Abbiamo incontrato Simona e Micaela Arosio, le sorelle brianzole che hanno contribuito, con il loro spirito imprenditoriale, alla crescita e allo sviluppo di Status Contract, una realtà specializzata nella realizzazione di arredi su misura e progetti chiavi in mano. Figlie d’arte, diverse ma complementari, hanno ereditato l’energia e la dedizione al lavoro dal padre Giulio, il fondatore dell’azienda di famiglia con il quale condividono la passione per il lavoro e un’intensa (e gioiosa) vita professionale e familiare.
Nel giorno dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, abbiamo voluto fare una chiacchierata con queste due giovani imprenditrici di successo proprio nella loro azienda, che (come abbiamo scoperto) non ha certo bisogno delle quote rosa!
Che cosa ha rappresentato e rappresenta oggi la vostra “sorellanza” in ambito lavorativo, ma anche personale?
Simona: Lavorare insieme a mia sorella significa condividere la passione e la dedizione nei confronti di un lavoro che è parte di noi: per me e Micaela non esiste un confine netto tra lavoro e vita privata… i ruoli di imprenditrici e sorelle si intrecciano in continuazione e questo mi piace molto.
Micaela: Per me la sorellanza rappresenta sicuramente un valore aggiunto per il nostro lavoro, perché significa poter condividere progetti a lungo termine con una persona che conosco profondamente, che condivide la mia visione della vita e che è al mio fianco da sempre e per sempre.
Quale pensate siano le idee e le visioni che ognuna ha portato all’interno dell’azienda e di cui siete orgogliose?
Simona: Ho sempre pensato che la programmazione sia fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi attività: così ho portato in azienda la mia idea di programmazione e di sviluppo del lavoro, con l’introduzione di determinate regole e procedure, soprattutto per quanto riguarda i mercati stranieri. Supervisiono personalmente gli accordi commerciali con i clienti stranieri per gestirli nella maniera più produttiva possibile. E ne sono orgogliosa.
Micaela: Per me il successo di un’azienda si basa soprattutto nella capacità di lavorare in team e di lavorare bene sulla condivisione di uno stesso obiettivo: credo di aver portato questa mia visione e questo mio sentire all’interno di Status Contract e penso di averlo fatto con successo… insomma, posso dire di esserne fiera.
Qual è la lezione più importante che avete imparato nella vostra carriera?
Simona: Ho imparato che il rapporto con il cliente (sia nazionale che internazionale) non finisce con la fornitura dei prodotti ma che prosegue, se gestito bene, per tutta la vita. In poche parole: ho imparato quanto sia importante la perseveranza e la cura.
Micaela: A dir la verità la lezione che ho imparato nella mia carriera è che tutti siamo importanti ma nessuno è indispensabile: occorre lavorare con una giusta dose di autostima ma anche un pizzico di modestia. Aiuta anche a fare spazio agli altri, collaboratori e collaboratrici, e alle loro idee.
Quale pensate sia il problema più grande per le donne sul posto di lavoro?
Simona: I problemi che devono affrontare le donne nel mondo del lavoro sono molteplici e sfaccettati: il problema principale è come l’uomo vede la donna. Questo non solo in Italia, ma in generale… purtroppo il mondo maschile ha un’idea molto limitata delle vere potenzialità dell’universo femminile: è un vero peccato! Ma confido molto nelle nuove generazioni.
Micaela: La difficoltà maggiore per le donne è sempre la stessa: quella di far valere la propria figura professionale. Dobbiamo sempre lavorare di più, sforzarci di più, dare sempre di più, perché spesso (e ingiustamente) il contributo delle donne non viene considerato allo stesso livello di quello degli uomini. Eppure siamo brave… e molto!
Quali grandi donne ammira, e perché?
Simona: In questi ultimi tempi ho apprezzato molto Ursula von der Leyen e Angela Merkel, due donne straordinarie che hanno affrontato e gestito momenti storici davvero complessi e impensabili. Ammiro la loro razionalità, l’equilibrio, l’intelligenza e la sensibilità con cui si muovono per risolvere un problema alla volta, senza crearne altri.
Micaela: Il mio mito è senza dubbio Michelle Robinson, meglio conosciuta come Michelle Obama. Michelle è una donna che ha sempre sostenuto il marito rinunciando probabilmente a fare quel passo avanti che avrebbe potuto, più di una volta, portarla alla ribalta sia dal punto di vista professionale che personale. E che comunque rimarrà nella storia come una donna straordinaria.
Cosa significa essere una donna imprenditrice nel 2022?
Simona: Significa svolgere il lavoro più stimolante che ci sia, essere pronta alle sfide e avere fiducia nei mercati e nei giovani. Soprattutto nelle giovani generazioni: le aziende italiane hanno bisogno di giovani e di aria nuova! Io credo molto nella necessità, per le aziende, di inserire giovani professionisti (ma soprattutto professioniste!) per ricoprire anche ruoli in prima linea.
Micaela: Essere un’imprenditrice oggi significa ancora lottare per far valere la propria figura professionale: troppo spesso le donne non vengono considerate alla stregua degli uomini. C’è ancora tanta strada da fare, purtroppo.
Quali consigli dareste alle donne che vogliono realizzarsi in ambito lavorativo?
Simona: Il mio consiglio è quello di impegnarsi a fondo, credere in se stesse e non fermarsi di fronte alle mille difficoltà che, possono stare sicure, incontreranno nel loro cammino professionale. M se ci credono… ce la faranno!
Micaela: Alle giovani donne dico: rischiate, non abbiate paura, credete in voi stesse e nella possibilità di fare sempre meglio.
Per molte donne imprenditrici (ma anche per le donne in generale) è ancora molto difficile conciliare l’aspetto lavorativo con quello familiare. Qual è la vostra opinione al riguardo? Quali potrebbero essere le soluzioni?
Simona: Le soluzioni vanno trovate socialmente: occorre predisporre strumenti e soluzioni.
Strumenti per poter conciliare famiglia e lavoro, ma – attenzione – che devono essere pensati non solo per le madri, ma anche per i padri! La famiglia ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita dei bambini e delle bambine, per lo meno nei primi 10 anni di vita: nella nostra azienda siamo molto sensibili agli aspetti familiari dei nostri collaboratori e collaboratrici e cerchiamo di andare incontro alle necessità e alle esigenze sia delle madri che dei padri. Ci teniamo molto.
Micaela: Personalmente penso che la famiglia sia doppiamente importante per un’imprenditrice: i successi professionali, quando sono accompagnati da una vita personale soddisfacente, sono molto più solidi e duraturi. I miei figli sanno che la mamma c’è sempre anche se non è sempre presente nella vita di tutti i giorni. Sono consapevoli che l’impegno che loro mettono nella scuola e nelle loro attività quotidiane è lo stesso che la mamma mette nel suo lavoro, e che non ci sono cose più importanti di altre, bisogna saper valutare di volta in volta. Il consiglio che posso dare alle donne con figli è che per poter crescere i nostri figli dobbiamo creare una rete di aiuto intorno a noi e soprattutto dobbiamo coinvolgere i papà, perché anche loro devono diventare attori attivi della vita dei propri figli.